
Lo si sa, è chiaro, le periferie sono il pane quotidiano del rap di strada e contemporaneo. E l’area orientale salernitana non è capace di smentirsi a riguardo. É stata trampolino di lancio oltre i confini regionali per Rocco Pagliarulo, in arte Hunt, che nel 2011 girava, senza troppi fronzoli e nelle vesti di uno sbarbatello ragazzino di strada, il video di “Nun c’sta paragon” (primo estratto di “Spiraglio di periferia”), nel rione Pastena, precisamente nella famigerata Ciampa di Cavallo, in qualche modo tempio dei ragazzi cresciuti un po’ troppo in fretta. Simile destino e stesso quartiere per Luca D’Orso, Capo Plaza, il “giovane fuoriclasse” delle label milanesi.
Ora però la zona orientale battezza un duo, tutto femminile, le Zetas. Nate sotto la benedizione del dj e producer salernitano Tonico 70, Miriam – Miriade ed Anna – Zoskid – si presentano alla scena nel febbraio del 2020 con “Voce ‘e notte”, un mix che omaggia allo stesso tempo la canzone classica napoletana e il rap dei ragazzi di periferia che non hanno peli sulla lingua. Tre minuti di una melanconica serenata rap, che personalmente mi scalfiscono il cuore e mi rendono ancora più nostalgico della mia Terra, oramai lontana. La necessità di intervistarle non è tanto editoriale, ma piuttosto un compromesso con il mio inconscio salernitano.
Come nascono le Zetas? Chi sono Zoskid e Miriade al di fuori del rap?
Le Zetas sono un duo hip hop femminile nato al The Square con Tonico 70.
Io, Miriade (Miriam), ho 23 anni e lavoro in un centro estetico ed io , Anna (Zoskid), ho 19 anni e studio all’Università. Al di fuori del rap siamo legate da un’amicizia e siamo entrambe della zona orientale.
Quando approcciate la prima volta all’Hip Hop?
Miriam: Ho iniziato ad ascoltare il rap alle scuole medie, ma circa quattro anni fa sono stata catapultata nel mondo dell’hip hop e me ne sono innamorata. Guardare i breakers ballare e ascoltare le battle di free style mi ha fatto capire quanto reale fosse quel movimento. Per questioni personali ho iniziato a buttare giù rime, l’ho sempre vista come una sfida contro me stessa.
Anna: ho iniziato ad ascoltare il rap degli anni ‘90 alle scuole medie, da lì ho mischiato il movimento hip hop con la mia passione per la scrittura e crescendo ho preso parte a varie battle di freestyle tra amici e altri emergenti salernitani. Da quel momento non ho più smesso e fare musica è il mio obiettivo principale.
Cosa racconta il vostro primo singolo Voce ‘e notte? Com’è stato collaborare con Tonico 70?
“Voce ‘e Notte” è il nostro pezzo di presentazione, il nostro intento era quello di presentare il nostro progetto in modo diretto e autentico mischiando la canzone classica napoletana con l’hip hop. La nostra collaborazione con Tonico è un percorso basato sulla stima reciproca e sull’amicizia. Non è solo un producer ma un bagaglio culturale, la prima persona che ha creduto in noi dall’inizio e che ci ha sempre spinte oltre.
In Italia il rap non è tanto un genere femminile. Vi spiegate il perché? Pensate che contributi come il vostro servano per sdoganare il successo di Mc donne?
Pensiamo che il rap storicamente sia sempre stato un genere prevalentemente maschile ma riteniamo sia una questione di mentalità: l’Italia è un paese che per molti aspetti è indietro sulla cultura hip hop perché ci sono stereotipi che chiudono la donna in una prospettiva pop o trap, di canzoni d’amore, ben truccata e vestita d’apparenza. Noi non sminuiamo le altre donne che fanno musica ma puntiamo ad essere chiare e trasparenti per descrivere la nostra realtà in cui possono rispecchiarsi sia uomini che donne. Il nostro obiettivo principale infatti è che le persone si rispecchino nelle nostre parole. Vogliamo che il nostro contributo sia di ispirazione alle altre ragazze che magari hanno vergogna di esporsi perché pensano di non essere abbastanza toste o in grado, per poter costruire una scena musicale più ampia.
La vostra zona orientale di Salerno è da tempo madre di talenti rapper. Dapprima Hunt e poi Capo Plaza sono il clamoroso esempio di come Salerno sappia spingere i propri cavalli più forti anche oltre confine. Cosa ha secondo te di magico questa periferia?
Il talento è innato ma sicuramente il posto in cui nasci e cresci influenza la tua musica e il tuo modo di raccontare le cose. La nostra zona ha sicuramente tanti difetti ma anche tanti pregi, noi ci sentiamo parte di Salerno, però il nostro quartiere vive in una situazione che ci dà più stimoli di contestazione e di ambizione per fare sempre meglio.
Cosa altro dobbiamo aspettarci dalle Zetas?
Il nostro primo singolo “Voce e’notte” è stato un trampolino di lancio per “Didattica“, il nostro secondo brano da poco online, e per un progetto ben più grande di quanto immaginate. Stiamo costruendo qualcosa di unico puntando a mischiare suoni e vibrazioni diversi, mantenendo salde le radici hip hop e rap. Restate connessi.
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