Una vita del tutto diversa, altrove, ma con la medesima luce negli occhi e la voce angelica che l’hanno portata in gloria nel lontano 2014 a The Voice. Suor Cristina, o meglio, Cristina Scuccia, oggi è un’altra persona. Una rinnovata versione di sè stessa. Non indossa più il velo, non vive più in Italia, però insegue ancora il sogno della musica, il suo vero pane quotidiano. Ma le persone non cambiano mai radicalmente. I semi della loro essenza rimangono sempre intatti. Il problema dei semi, però, è che essendo piccoli possono perdersi o essere travolti da ciò che il fato pone davanti a loro. Rovistare tra le nuove attitudini, gli ostacoli e le bellezze è il metodo più semplice per ritrovarli. Vediamo cosa si cela dietro le scelte della suora più popolare della storia televisiva italiana.
Come nasce Suor Cristina
“Ricorreva il centenario della fondazione della Congregazione delle Suore Orsoline – dice, rivolgendo lo sguardo alle telecamere di Verissimo” – e per l’occasione organizzavano un musical. Mia mamma seppe dell’opportunità e, forse per la voglia di riavvicinarmi alla Chiesa, mi propose di partecipare. Il musical andò in scena per la prima volta a febbraio 2008 davanti a tantissime suore. Sentì che qualcosa in me stava cambiando. Ma la chiamata vera e propria è avvenuta a maggio dello stesso anno. Durante un’altra rappresentazione ero dietro le quinte. Io ero arrabbiata con Lui. Una suora si avvicinò e mi chiese se sapessi il Signore cosa volesse dirmi facendomi interpretare Suor Rosa (la fondatrice dell’ordine delle Suore Orsoline). Istintivamente risposi che sapevo già cosa volesse da me. Questa frase mi sconvolse. Poi è arrivato il momento di salire sul palco. Il personaggio che interpretavo faceva delle domande a delle ragazze su quanto fossero pronte a donare la loro vita a Cristo. Sentivo come se Suor Rosa quelle domande le stesse ponendo a me. E da lì ho iniziato a desiderare di consacrarmi”.
La musica
Come detto all’inizio è pane quotidiano per Cristina. Ma è anche punto di partenza e l’alba che benedice tutti i suoi viaggi più importanti: il noviziato, la televisione, una carriera parallela e tour internazionali. Fa sì che al suo fianco sul palco alle volte si trovino definizioni più terrene e pagane di divinità: Kylie Minogue e Ricky Martin, per esempio. Ma non è questo il tasto start che le fa mettere in discussione la sua vocazione. La musica è e rimane un dono da donare. Come si evince dalle parole dette nel talk show di Silvia Toffanin. Non si può dire lo stesso del successo, però, che è un po’ il rovescio della medaglia:
“Quello che ha seguito la vittoria di The Voice of Italy è stato tanto. Ero impreparata io e sicuramente lo erano le suore che mi hanno seguito per tutto il programma. So che con tutte le loro forze hanno provato a proteggermi. L’eccesso di protezione, per me, iniziava a trasformarsi in una limitazione nei confronti di quell’idea che avevo io della vita religiosa. Da un lato c’è stato un passo enorme nel voler osare in termini cristiani. Dall’altro c’era un po’ la paura di perdermi. È come se il successo mi avesse messo davanti una responsabilità enorme come testimone di Dio e questo mi ha fatto fare i conti con me stessa. Quello che veramente è capitato non è, quindi, un singolo evento ma un percorso. The Voice ha aperto la strada a una mia evoluzione. Con l’avvento del covid e la sospensione di tutte le attività, poi, mi sono fermata anche io e mi sono guardata allo specchio. Non stavo bene. La paura di deludere le persone che credevano in me mi faceva sentire intrappolata. Con l’aiuto di una psicologa ho capito davvero chi fossi. Si è concretizzata la decisione di togliere il velo.”
È paradossale quanto sorprendente. I riflettori che aggiungono luce e vivacità al talento sono gli stessi capaci di portare a galla tutto il buio che si ha dentro. Cristina, però, oltre ad avere il supporto dei dottori, della famiglia, degli amici e dei suoi fan ha dalla sua parte qualcos’altro che la aiuta a risplendere: una fede. Anzi, nel suo caso, due. La musica e il cattolicesimo. I suoi semi. Nel tempo sono cresciuti con lei e in lei. Hanno cambiato sembianze, forse. Ma non il proprio nucleo. Cristina di oggi, infatti, è la stessa Cristina che abbiamo conosciuto anni or sono.