Marzo. Per Battisti era un po’ la metafora dell’infanzia. Per Cremonini è una promessa. Ma canonicamente lo si associa alla donna che viene celebrata in particolar modo l’8 del mese. Ecco quindi che nelle case di manager, operaie e casalinghe piovono fiotti di mimose. Ma c’è chi quest’anno ha deciso di fare qualcosa di diverso: Stella Pecollo, attrice e performer internazionale, classe ‘85. 

Parliamone! 

 

L’8 Marzo hai pubblicato un video sui social per annunciare la tua nuova capsule collection. Ma il lancio vero e proprio avverrà il 20 con uno show online. Esattamente, cosa dovranno aspettarsi i tuoi followers? 

L’evento avrà luogo su Zoom. Ci saranno diverse ospiti, come Michelle Perera, che è una cantante bravissima e ha vinto il premio speciale a “All Together now” pochi mesi fa. Ci saranno poi diverse influencer del mondo body positive, inclusive, curvy e plus size: Marina Cuollo, Cinzia Tommasi, Tiffany Ford, Miria Benotti, Valentina Volpi, Christine Puglisi, Barbara Abbondanza. Il tema della serata sarà la libertà di potersi vestire come una desidera. Le cose degne di nota di questo evento sono tre: mostrerò per la prima volta tutti i vestiti della collezione che saranno indossati da me e dalle ospiti in anteprima darò il sito su cui poterli acquistare e svelerò anche un codice sconto riservato solo alle persone che parteciperanno. 

 

Nel video vediamo quello che potrebbe essere definito “Experience di un bucaneve”. Ovvero, una persona che come il fiore è coperta da strati e strati – non di neve – ma di vestiti, e attraverso questi si fa strada per combattere il freddo degli stereotipi e sbocciare. Nel caso del tuo personaggio dei colori dell’arcobaleno (e della nuova linea di abbigliamento). Ma qual è stato il tuo primo passo effettivo per sconfiggere gli stereotipi? Quella mossa che ha seguito il primo “basta”? 

È difficile identificare un’occasione precisa perché è stata più una trasformazione, un percorso. Però se dovessi indicare dei punti specifici che mi hanno fatta sentire diversa, sono stati sicuramente: l’aver studiato recitazione con Gloria Gifford, che per prima mi ha fatto scoprire uno sguardo esterno non giudicante. Mi ha fatto capire che la mia fisicità poteva essere un’arma molto potente. Poi ho iniziato a lavorare su di me, a formarmi. Un altro momento catartico riguarda la decisione di frequentare un corso di burlesque, proprio perché mi sono voluta sfidare in qualcosa che mi faceva paura ed è stata una delle avventure più belle della mia vita. È stato un cammino di scoperta del corpo, della femminilità. Mi ha fatto capire che non c’è nulla di cui vergognarsi, anzi, bisogna essere orgogliose di esserci, di essere vive, di avere un corpo e di poterlo gestire come si vuole. 

 

Mi sono piaciute molto queste parole. A proposito del tuo percorso e di come ti esprimi, so che hai pubblicato un libro: “Io sono bella – la leggerezza non è questione di peso”. Al suo interno troviamo questo piccolo vocabolario molto carino sulle parole da non dire per evitare di ferire chi si ha davanti, a maggior ragione se si approccia il tema del sovrappeso e dell’obesità. Mi chiedo che idea tu abbia della gentilezza. 

La gentilezza è un valore importantissimo, fondamentale. Andrebbe insegnato in famiglia e a scuola. Va accostato però anche ad una caratteristica: la sensibilità. Anche se secondo me tutti gli esseri umani sono dotati di sensibilità. Devono solo ascoltarla un attimino. Perché comunque se si è di base gentile con gli altri e si ha un minimo di sensibilità, empatia anche, si riesce a capire chi si ha davanti. Le cose chiaramente funzionerebbero meglio. Non ci sarebbero situazioni dove una persona viene messa in discussione per come è. 

Sarebbe interessante parlare anche della tua carriera da attrice. Come è nata? 

 In realtà è nata un po’ per caso. Il mio sogno è sempre stato quello di fare la cantante fin da quando ero piccolissima. Ricordo che tartassavo i nonni, i miei genitori, tutti quanti! Ero sempre lì che cantavo in qualsiasi situazione, in qualsiasi luogo. Poi, il periodo in cui ho iniziato a studiare canto coincide col periodo in cui sono iniziate le prime edizioni di “Amici” e andava già di moda il musical. Sapevo che c’erano anche corsi di teatro e di danza e mi sono messa alla prova anche su quelle discipline. Alla fine me ne sono completamente innamorata! Tanto che ad oggi la cosa che preferisco fare in assoluto è il musical! Mi ha cambiato la vita e questo grazie alla mia prima insegnante di recitazione, Ilva Fontana. Poi c’è questo piccolo aneddoto che porto sempre nel cuore ed è scritto anche nel libro: mio nonno materno, quando era piccolo faceva l’attore. La sua famiglia aveva una compagnia teatrale. Io penso sempre di aver preso magari qualcosa da lui, dal suo dna. Poi lui da grande ha smesso, preferendo fare altre cose. Però continuava comunque a mantenere l’hobby. Io cerco di andare avanti e di non smettere anche perché sento la responsabilità di portare avanti questo patrimonio genetico. Poi, nonostante sia mancato quando ero ancora molto piccola e quindi ho dei ricordi veramente vaghi, sento che c’è qualcosa di lui in me. E questo, non so, mi fa sentire la missione ancora più importante. Perché a volte noi attori ci chiediamo anche se il nostro lavoro sia utile. Questa è una delle motivazioni che mi spingono ad andare avanti anche nei momenti un pochino più complicati. Non è sempre facile.  

Posso solo immaginare. Personalmente credo che il tuo mestiere sia in verità molto utile. Sia perché è una vera e propria sfida intellettuale per chi lo pratica, quindi mantiene il cervello allenato. Sia per chi è dall’altra parte dello schermo a prodotto finito: l’intrattenimento nei periodi bui è un qualcosa di necessario. È stato anche oggetto di alcune mie riflessioni post lockdown. Se non ci fossero state le serie tv, la musica, lo spettacolo… penso sarebbe stato ancora più pesante da affrontare.  

Su questo sono assolutamente d’accordo con te. Secondo me va sottolineato in generale proprio l’importanza dell’arte e dell’entertainment, specie perché vengono snobbati. Sono considerati una cosa superflua e invece mi auguro che le persone si siano rese conto che la musica, l’arte, il teatro, il cinema e le serie tv ci hanno anche salvato.  

Continuando il discorso sul filo della recitazione: attualmente possiamo vederti in “L’uomo delle stelle”, una sketch comedy di Sky in cui interpreti una cantante lirica. Ti va di descrivermi com’è stata quest’esperienza? 

È stata un’esperienza divertentissima perché è stata la prima volta che ho recitato in una sitcom vera e propria con ritmi e battute veloci. È stato molto eccitante perché è quello che mi piace di più oltre al musical. Vabbè, mi piace tutto! (ndr. ride, anzi, ridiamo) Però se mi devo vedere in un futuro, mi vedo molto di più in questo genere che in film drammatici o cose del tipo Shakespeare. Per cui è stata anche una sfida fare quello a cui aspiro. Poi è stato davvero piacevole lavorare con il regista, Alessandro Guida. Lavora molto bene. Lo stimo, lo seguo da un po’. Ci siamo conosciuti sul set di “Extravergine” ed è quel tipo di regista che ti dà libertà. 

Nel cast troviamo anche diversi comici dai volti simpatici come: Fabrizio Colica, Francesco Arienzo, Angelica Massera. C’è stata qualche scena difficile da girare perché magari si rideva troppo?  

È stato difficilissimo! Intanto ho recitato con un attore che già conoscevo bene, Giulio Maria Corso che ho incontrato sul set di “Extravergine”. C’è una scena in cui io mi sto strozzando e lui deve agire – non voglio spoilerare troppo a chi non l’ha visto – e fa una cosa in particolare per cui in quel momento è stata un’impresa ardua non ridere. E poi anche con Matteo Cirillo, un attore bravissimo. Con lui ho avuto davvero difficoltà a non ridere perché fa proprio ridere nel quotidiano.

 

Hai già qualche altro progetto in cantiere per quanto riguarda l’audiovisivo? 

Sì, ho appena girato un thriller diretto da Massimo Paolucci che dovrebbe uscire in autunno in cui c’è un grande attore americano, Tomas Arana. E poi proprio ora sto girando anche un’altra serie di cui però non posso dire assolutamente nulla.  

 

Terminiamo riassumendo: Attrice internazionale, performer, autrice di un libro, imprenditrice nel mondo fashion, influencer e attivista della body positivity. Cosa manca al tuo carnet? 

Sono una persona che si lancia, non mi pongo limiti. Per cui chi lo sa? In passato ho fatto anche radio e conduzione. Mi piacerebbe riprendere quegli argomenti lì. Mi piacerebbe anche fare un programma di viaggi, tipo “Turisti per caso” che unisce le mie due passioni: il viaggio e la conduzione. Ho tanti sogni, tanti obiettivi.  

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