Con la recente uscita della docu-serie su NetflixThe last dance” dedicata a Michael Jordan e ai suoi Chicago Bulls, mi è sembrato doveroso rispolverare un fumetto che ho letto quest’estate: “Michael Jordan – La biografia a fumetti” di Wilfred Santiago, edito da “Edizioni BD fumetti”.

Almeno una volta nella vita tutti avrete sentito parlare di Michael Jordan, a prescindere dalle vostre passioni sportive.

Jordan è stato e sarà sempre un’icona indiscutibile ed imprescindibile del mondo dello sport e non solo.

La nascita del mito

Approdato alla NBA, nel lontano 1984, dall’università della North Carolina, che portò alla vittoria del titolo NCAA, Jordan fu in realtà la terza scelta al draft .

Inizialmente nessuno credeva in lui, considerandolo certo un buon giocatore ma non alla pari di signori come Olajuwon e Bowie. Questo anche per la sua altezza di 198 cm che lo rendeva ‘basso’ per gli standard dei campioni. Eppure, già dalla seconda partita, tutti divennero consapevoli del suo calibro da fuoriclasse.

Il tornando  Jordan non si è mai più arrestato riuscendo a conquistare ben sei titoli NBA con i Chicago Bulls, due ori olimpici con la nazionale USA e svariati premi individuali, diventando, per acclamazione generale, il più grande cestista di tutti i tempi.

Micheal Jordan e Bugs Bunny in una scenda del film “Space Jam”

MJ” come è stato poi nominato, però non è soltanto questo. E’ stato anche giocatore di baseball professionista nel 1993 con i Chicago White Socks , testimonial assoluto della Nike, che gli ha dedicato una linea tutta sua con un brand da milioni di dollari, e tutt’ora è un’icona nello sport e nel mondo della moda. In più è stato anche attore in varie serie tv e nel divertentissimo film per ragazzi “Space Jam” ,in compagnia di Bugs Bunny e i Looney Tunes, nonché presidente degli Charlotte Hornets ,una delle trenta squadre che militano nel campionato di basket NBA

La grapich novel

 

La grapich novel di Santiago, prima biografia a fumetti dedicata al grande campione, descrive divinamente la  parabola sportiva di “AIR” Jordan, da suoi esordi fino alla consacrazione assoluta nell’ olimpo del basket, e a quel fatidico 14 giugno 1998 ,quando, a pochi secondi dalla sirena di gara 6 ,contro Utha, con un canestro che ormai è leggenda, Jordan regala il sesto titolo ai Bulls.

L’albo, perfetto a mio avviso in ogni suo dettaglio, ci mostra non solo il campione ma anche l’uomo.

Santiago racconta anche  momenti difficili della vita di Jordan, come le prime delusioni e i primi dolori ,provocati dall’esclusione tra i titolari della squadra del liceo e soprattutto dalla morte del padre, ucciso da due ragazzi che volevano derubarlo, così come le sue passioni per il golf e il baseball.

L’autore mette in luce anche il periodo storico degli USA di quegli anni: dai vari episodi di tensioni e scontri razziali  che si verificarono anche nella Chicago dei primi anni ’80, ai saccheggi della città che ci furono in occasione della vittoria del secondo campionato consecutivo,’91-’92, dei Bulls.

Santiago riesce a rendere in maniera magistrale l’atmosfera e i colori di quella Chicago violenta, affidando la cronistoria degli eventi ad ‘anchorman’ e giornalisti.

Le tavole di Santiago

Le tavole, sono dei piccoli capolavori, con uno stile quasi da writer o da street artist, in cui colore e matita si miscelano alla perfezione. Santiago è in grado di coinvolgerti già dalla prima pagina, trascinandoti con lui all’interno della storia, dall’inizio fino alla fine, con una superba maestria.

Una prefazione d’autore

Il fumetto di Wilfred Santiago vanta anche una prefazione degna di nota che, ogni qual volta la si legge, fa girare le lacrime negli occhi, scritta dalla mano di Fabio Tranquillo, uno di quei giornalisti e telecronisti italiani che Jordan lo ha vissuto a pieno e lo ha visto mille volte “volare”

Mi piace pensare che la vita di Michael Jordan sia come un vero e proprio universo cinematografico, simile ad una saga della Marvel o di Star Wars, una storia ricca, densa, piena di emozioni,  di cui ancora non è stato scritto il finale. E noi fans  non possiamo che attendere.

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