Linea d'Ombra Festival, Maradona è megli'e Pelè? | RB Casting
La presentazione di Diego Armando Maradona allo stadio San Paolo

Diego Maradona di Asif Kapadia parte proprio da quel 5 luglio 1984 a Napoli.

Quel giorno la macchina sfrecciava per le strade verso lo stadio in mezzo al traffico in un inseguimento dritto alla festa. Sembrava un sequestro nel cuore nero della capitale del sud del mondo.

Il film comincia così. Parla in mezzo al popolo, sul terreno dove si svolge la storia dell’ultimo dio del calcio.

Apparve allora a Napoli Diego Armando Maradona e ancora oggi i muri della città lo riproducono dovunque come i santi.

Era un giorno d’estate quando il catino del San Paolo lo accolse per propiziare il miracolo, con la città di macerie a rivolgersi al cielo, cercando la gioia per la bellezza.

Diego Armando Maradona - Wikipedia

“Vinceremo” dissero i cori e così fu.

Ci furono gli adoratori, come accade ai santi, i devoti e i traditori. Ci furono denari e canzoni, parole su parole al vento e le vittorie e un figlio travagliato.

La camorra ne chiese la presenza per le case di Forcella, adorandolo di doni e cocaina. Per un suo cenno, ci furono tutte le volte in campo con la gente a testimoniare le mutazioni degli equilibri, le meraviglie contro ogni legge di potere.

Diego, faccia nera di ladruncolo, era capace dei più subdoli giochi di mano, dei colpi mancini. Inneggiava sempre alla rivoluzione, dalle baracche di Villa Fiorito al Boca, a Barcellona e al mondo.

Maradona apparve agli uomini nel gol più bello del mondo, scivolando nelle strettoie delle maglie inglesi ai quarti di finale di Messico 86.

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Cadde più volte, nella vasca di una fotografia, nei panni di donna, nei festini e nelle intercettazioni, grasso che non si resse in piedi e sembrava una rovina, sempre a reagire in un’altra maniera, con la furia negli occhi e una forma di pura gioia. La stessa che nasce in un campo di terra o in un parcheggio, in un rettangolo verde che risplende sotto i riflettori, con il mondo a guardare.

Succede sempre la stessa cosa. «Quando sei lì non esiste niente, i problemi non ci sono, tutto scompare, c’è solo il pallone».

Oggi tutti cercano un’apparizione, la pagano a peso d’oro ma non c’è un filo di polvere sulle scarpe. Non c’è mai una storia

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