Chiamiamo il nostro pianeta Terra, eppure per il 70% è ricoperto d’acqua. Tra tutte le risorse del pianeta, l’acqua è quella più preziosa. Senza acqua non c’è vita, non c’è futuro né sviluppo.

Eppure in mezzo a tanta abbondanza di acqua non ce ne è per tutti.

L’acqua infatti è distribuita in maniera molto iniqua sulla superfice terrestre e in molte zone del pianeta l’accesso ad essa non è sempre garantito.

Ancora oggi quasi un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e un numero altrettanto importante di persone si permette di sprecarla.

Basti pensare che noi Italiani consumiamo il 66% in più rispetto alla media mondiale di acqua pro capite. Siamo al terzo posto dopo gli Emirati Arabi e il Messico.

Anche nella commercializzazione di acqua in bottiglia non ce la caviamo male: ne consumiamo 206 litri pro capite all’anno: un numero davvero troppo esorbitante.

Commercializzare una risorsa che dovrebbe essere libera e disponibile per tutti può far storcere è da sempre una questione molto controversa eppure in alcuni casi può essere un modo per migliorare la vita delle persone e del pianeta.

 

Garantire acqua pulita a tutto il pianeta è un obiettivo fondamentale. Provare a realizzarlo è la missione di Wami, l’acqua oligominerale che si propone di rendere straordinario il gesto quotidiano di bere.

L’obiettivo è quello di donare acqua a chi non ne ha accesso, costruendo pozzi e sorgenti protette nel mondo, finanziati dalla vendita delle bottiglie in Italia.

 

Wami nasce in Piemonte nelle Alpi Marittime, a 1300 metri sul livello del mare.  Sgorga pura dalla Sorgente San Bernardo Rocciaviva.

 

Il progetto Wami nasce nel 2016 grazie all’impegno e alla collaborazione di due amici:   Michele Fenoglio e Giacomo Stefanini i quali si sono ispirati al modello Buy one give one, che consiste nel donare a chi ne ha bisogno il prodotto che compriamo per noi stessi, trasformando ogni consumatore in un agente di benessere globale, attraverso un acquisto consapevole e responsabile.

 

La missione di Wami consiste quindi nel creare infrastrutture permanenti laddove mancano.

Si parte dall’acquedotto e poi si realizza la rete idrica che collega ogni famiglia con un singolo rubinetto.

Ogni rubinetto, il cui finanziamento richiede circa 10.000 bottiglie, fornisce più di 1.000.000 di litri di acqua.

Una bottiglia da un litro corrisponde a 100 litri di acqua che vengono regalati ad una persona bisognosa attraverso appunto pozzi e sorgenti protetti in uno dei progetti in giro per il mondo, organizzati grazie alla collaborazione con le ONG Lifewater International e Fondazione ACRA.

E se si pensa che come obiettivo da raggiungere le Nazioni Unite hanno fissato in 40 litri al giorno il diritto minimo all’acqua per ogni essere umano, il contributo di Wami risulta davvero importante.

 

Cambiamo il mondo una bottiglia alla volta, trasformando un piccolo gesto quotidiano in un qualcosa di grande e speciale: è questo l’obiettivo messo in pratica dai ragazzi di Wami, non attraverso aleatorie promesse ma attraverso un gesto concreto, visualizzabile tra l’altro per mezzo del codice univoco che si trova dietro ad ogni bottiglietta.

Digitando il codice sul sito di Wami, infatti, apparirà non solo il luogo in cui è stato realizzato il progetto ma anche il volto della singola persona a cui è stato donato il rubinetto grazie all’acquisto di quella bottiglia.

 

L’acqua viene imbottigliata nello stabilimento di Garessio, uno dei più famosi in Italia che imbottiglia acqua da anni.

Ogni anno i ragazzi di Wami imbottigliano circa 4 milioni di bottiglie della loro acqua in bottiglie di plastica riciclata, vetro e in lattina: scelte green e sostenibili anche nel packaging.

Inoltre per contribuire al riassorbimento della CO2 emessa dal processo produttivo, l’azienda pianta alberi in Italia, in collaborazione con Rete Clima.

 

Ad oggi Wami ha portato in sei Paesi del mondo, 70 milioni di litri di acqua a circa 13.000 persone.

La mancanza di acqua potabile non solo mette a rischio la salute a causa delle malattie che derivano dal bere acqua contaminata, ma spesso è anche il primo ostacolo alla riduzione della povertà.

Questo ci fa capire quanto l’acqua sia fondamentale non solo per la nostra sopravvivenza ma anche per il nostro sviluppo personale, per il nostro fiorire come esseri umani.